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Percezione musicale: il Tempo dell’Ascolto

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Percezione musicale: il Tempo dell'Ascolto

La nostra esperienza uditiva è sostanzialmente una forma di esperienza, effimera ed irripetibile, che si sviluppa nel tempo. E dal tempo imprescindibilmente dipende, sia essa riferita ad un contesto propriamente musicale o ad un contesto ambientale. Il tempo dunque, entità qualitativa oltre che quantitativa, costituisce una variabile fondamentale nella percezione musicale. Ciò avviene in quanto il nostro campo percettivo è inteso quale luogo psicologico esteso nel tempo. Qui le dimensioni spaziali e temporali agiscono come due aspetti di un’unica realtà interagenti tra loro.

Ritmo e tempo nell’essere umano

Il ritmo

Il ritmo non è un aspetto unicamente musicale, ma concerne intrinsecamente la vita individuale dell’uomo:

  • Si realizza nel movimento del nostro corpo, il quale sperimenta direttamente il ritmo poiché ritmicamente funziona.
  • È quindi un indicatore di funzionalità corporea.
  • Sta alla base della nostra interattività quotidiana, del nostro pensiero e delle nostre attività neurologiche e fisiologiche.
  • È un evento psicologico il cui corrispettivo fisico è la periodicità di determinate funzioni.

L’uomo, poiché possiede dei meccanismi cronometrici interni, sotto il profilo psicologico ha una cognizione della dimensione spazio-temporale legata al funzionamento di cervello e sistema nervoso.

I meccanismi ad orologio fisiologici comprendono:

  • Organi e sistemi non-nervosi, come il ritmo cardiaco e la respirazione.
  • Il sistema nervoso, mediatore di attività motoria e consapevolezza individuale.

Il tempo

Il tempo si può intendere in due modi diversi:

  • Tempo Ufficiale (TU), cronometrico e impersonale.
  • Tempo Personale (TP), soggettivo e variabile in rapporto a fattori interni ed esterni.

Il TP si rapporta ad un ritmo musicale interno e soggettivo, connesso ai nostri meccanismi biologici e psichici, elaborato a livello sensibile ed emozionale.

A tal proposito si può parlare di:

  • Ritmo ideativo
  • Correlati percettivi, come ad esempio accelerazione e dilatazione
  • Timing

La percezione musicale nell’ambiente sonoro

Il soggetto uomo è però anche inevitabilmente immerso in un contesto, ambientale o musicale che sia, da intendersi quale ambiente sonoro, che Schafer definisce soundscape.

Ciò implica che il soggetto:

  • Ha una percezione spazio-temporale della scena uditiva.
  • Interagisce con l’ambiente.

Va inoltre ricordato che:

  • Ascoltare il mondo dipende necessariamente dal tempo.
  • L’ascolto è un’esperienza complessa e soggettiva.
  • Il soggetto è costantemente esposto ad una molteplicità caotica di stimoli acustici.

Riguardo all’ultimo punto, Albert Bregman si chiede quali siano i meccanismi tramite cui riusciamo a dare un senso a questa molteplicità caotica. In quanto esseri umani siamo infatti in grado di ordinare in suoni distinti tutti gli stimoli acustici a cui siamo esposti.

Bregman, nel suo libro del 1990 Auditory Scene Analysis, parla di:

  • Flusso uditivo o auditory stream. Ovvero rappresentazione percettiva del suono inteso quale unità percettiva costituita da più suoni coerenti distribuiti temporalmente.
  • Meccanismi di raggruppamento e segregazione.

La percezione musicale

Analisi della scena uditiva

Secondo Bregman, quindi, l’analisi della scena uditiva consiste grosso modo nella costruzione di descrizioni mentali distinte che corrispondono a specifici eventi sonori. Questi ultimi, che si sviluppano nello spazio-tempo dell’ambiente percettivo, sommandosi costituiscono il continuum acustico della scena uditiva.

L’analisi della scena uditiva avviene attraverso:

  • Processi primitivi di raggruppamento uditivo.
  • Applicazione di schemi basati sulla conoscenza pregressa di suoni familiari.

I processi primitivi di raggruppamento

I processi primitivi di raggruppamento, che concernono la percezione musicale, hanno luogo quando l’insieme dei segnali uditivi viene scomposto in una serie di elementi sensoriali.

Questi sono accomunati da determinate caratteristiche, e si distinguono in:

  • Raggruppamento simultaneo
  • Raggruppamento sequenziale
  • In presenza di una commistione simultanea di suoni non puri, l’integrazione spettrale dà origine alla segregazione, ossia distinzione, simultanea.
  • L’integrazione sequenziale dà origine alla segregazione sequenziale dei flussi, ovvero suoni che si susseguono nel tempo

A sua volta, la segregazione sequenziale è influenzata da:

  • Tempo di esecuzione della sequenza
  • Natura della frequenza dei toni
  • Localizzazione dei suoni nello spazio
  • Volume percepito

Percezione musicale e Gestalt

I principi che concernono l’analisi della scena uditiva sono sostanzialmente principi della Gestalt applicati all’udito:

  • Evidenza percettiva. Il percetto si forma dacché il sistema percettivo è catturato da uno stimolo interessante per il soggetto.
  • Delimitazione della forma. La forma è coerente, simmetrica, immediata e delimitata, per cui vi è una differenza qualitativa tra figura e sfondo
  • Campo percettivo. È un luogo psicologico esteso nel tempo, in cui coesistono più flussi sonori ed intervengono forze di coesione e di freno.
  • Raggruppamento. È distribuito nel tempo, è dato dall’organizzazione degli stimoli al fine di attribuire un senso al percetto, ed ha un correlato nell’esperienza del soggetto

Principio di buona forma

Secondo la visione gestaltista, i meccanismi primitivi di raggruppamento in musica fanno capo al principio di buona forma.

Essi possono avvenire, ad esempio, in base a:

  • Localizzazione. Mediante l’asincronia d’attacco, data dalla differenza di tempo interaurale, è possibile localizzare le sorgenti sonore. Quest’ultime possono tuttavia non essere correttamente individuate se presenti echi o riverberi
  • Altezza. Il raggruppamento, o scissione per altezze, dipende dalla separazione tra le altezze dei suoni e dalla velocità d’esecuzione. È più importante del meccanismo di localizzazione.

L’illusione della scala di Diana Deutsch

La scissione per altezze in musica, che equivale al fenomeno Phi in campo visivo, può riguardare due sorgenti sonore effettivamente distinte che producono suoni simultanei. Queste, mediante il raggruppamento per altezze, vengono localizzate in modo erroneo.

Illusione della scala di Diana Deutsch - 
Scissione per altezze
Illusione della scala
Scissione per altezze

La polifonia implicita

Viceversa, un’unica sorgente sonora può essere udita come se si trattasse di due sorgenti indipendenti. Se alternati rapidamente, per il principio di somiglianza i suoni simili tendono infatti ad essere raggruppati tra loro. Generano così nel complesso due flussi separati secondo la scissione per altezze.

Polifonia implicita - 
Principio di somiglianza nella Partita N. 2 BWV 1004 di Bach
Polifonia implicita
Principio di somiglianza

Come si evince dall’esempio grafico, l’espediente è spesso usato dai compositori di epoca barocca.

Altri principi di raggruppamento

Tra gli altri principi di raggruppamento ricordiamo:

  • Chiusura
  • Vicinanza
  • Buona continuazione
Raggruppamento - Il principio di buona continuazione prevale su quello di vicinanza
RaggruppamentoIl principio di buona continuazione (b) prevale su quello di vicinanza (a)

A livello di percezione musicale, la dinamica temporale determina dunque alcuni criteri di correlazione e raggruppamento tra elementi sonori.

Oltre agli aspetti puramente percettivi, nell’atto dell’ascolto concorrono anche stati psico-fisici, scelte, aspettative, conoscenze pregresse e componenti culturali del soggetto. Fattori questi legati anch’essi alla dimensione temporale, ma che rientrano nell’ambito dei processi cognitivi.

Processi cognitivi

L’ascolto

Ascoltare:

  • È un atto cognitivo mai passivo.
  • È un processo sempre in atto.
  • Implica la selezione da parte del soggetto di determinati oggetti sonori.
  • Presuppone un’elaborazione del percetto a livello cognitivo.

Un evento sonoro acquista perciò significatività musicale in base alla nostra rappresentazione mentale dell’evento stesso. Ciò è possibile qualora esso si ripeta a intervalli di tempo sensibilmente uguali ed entro i limiti del nostro presente percettivo e psichico.

Classificazione dei flussi sonori

Si ricorda che, secondo Bregman, l’analisi della scena uditiva avviene attraverso:

  • Processi primitivi di raggruppamento uditivo.
  • Applicazione di schemi basati sulla conoscenza pregressa di suoni familiari

Dopo aver distinto i vari flussi sonori, il soggetto è quindi in grado di categorizzarli e classificarli in maniera volontaria. E ciò avviene secondo strutture mentali acquisite per mezzo della propria esperienza pregressa.

In quest’operazione diventano necessarie:

  • L’ attenzione, che seleziona gli aspetti salienti di uno stimolo complesso e viene meno in presenza di abituazione.
  • La memoria, la quale recupera informazioni di eventi passati che stanno in relazione significativa con il materiale attuale .

Il senso dell’udito è dunque intrinsecamente temporale, e coinvolge al contempo:

  • La percezione di suoni ascoltati in passato e immagazzinati in memoria.
  • Lo stimolo effettivo, ossia l’effettiva percezione dei suoni presenti.
  • Lo stimolo potenziale, ossia la predizione e valutazione dei possibili suoni futuri.

La percezione musicale come processo predittivo

La percezione guarda infatti anche al futuro:

  • La percezione è intrinsecamente predittiva.
  • Le rappresentazioni delle regolarità che caratterizzano gli input sensoriali svolgono un ruolo fondamentale. Suddividono la scena sonora in oggetti discreti dal comportamento regolare in un dato lasso di tempo.
  • Gli oggetti uditivi sono costrutti mentali basati su regolarità temporali ricavate dagli input sensoriali.
  • Le rappresentazioni creano costantemente aspettative per quanto concerne il comportamento futuro degli input sensoriali

Il processo predittivo aiuta a garantire la stabilità temporale dello stimolo percettivo, tenendo traccia:

  • Di pattern precedentemente formati.
  • Dell’emergere di nuove fonti sonore.

Se il cervello processa un suono già conosciuto, sarà in grado di fare ipotesi su quello nuovo che lo seguirà.

Il ruolo della memoria nella percezione musicale

La percezione uditiva è pertanto strettamente collegata alla memoria di lavoro.

Nel processo predittivo, che richiede del tempo, accade infatti che:

  • Le rappresentazioni alternative di oggetti potenziali, o proto-objects, sono elaborate in contemporanea dal sistema uditivo.
  • Il numero di oggetti potenziali è limitato, ed occupa probabilmente l’intero spazio della memoria a breve termine.
  • Gli oggetti potenziali sono valutati e selezionati dal sistema uditivo rispetto alla loro affidabilità nel predire correttamente i suoni delle sequenze in arrivo

Ne consegue che:

  • Se lo stimolo effettivo cambia all’improvviso, le previsioni fatte dal sistema uditivo decadono.
  • Se una sequenza di suoni è presentata per un tempo sufficiente, l’affidabilità delle previsioni aumenta in maniera esponenziale.

In conclusione, è probabilmente grazie a questi meccanismi che il sistema uditivo traccia quelle variazioni temporali che forniscono informazioni importanti sulla fonte sonora.

Considerazioni di carattere educativo

Il tempo è generatore di diverse forme di interpretazione, fattore questo che, tramite adeguate strategie, può rivelarsi prezioso in ambito educativo.

Ripetizione dell’ascolto

La moderna riproduzione acusmatica, ad esempio, permette la fruizione ripetuta nel tempo di uno stesso materiale musicale.

Ciò implica, in virtù dell’apprendimento:

  • La ripetizione dell’ascolto a fini d’analisi, che serve ad individuare dettagli sempre diversi. Questo migliora la struttura delle rappresentazioni interne, e avviene per mezzo di una selezione rinnovata da nuove energie attentive conseguenti l’abituazione.
  • L’impiego di strategie per il miglioramento delle proprie prestazioni a seguito dell’auto-ascolto.

Consapevolezza della percezione musicale

Certamente vantaggiosa è anche la consapevolezza del principio di buona forma, che è dato dal raggruppamento distribuito nel tempo di diversi elementi sonori.

Essa può giovare:

  • Alla prassi interpretativa
  • All’analisi musicale formale
  • Allo stile compositivo

Non meno importante è infine la consapevolezza del TP e del TU.

Questa può portare il musicista a creare:

  • Il proprio tempo, che metta efficacemente in rapporto TP e TU.
  • Un dato timing in relazione a problemi di tecnica ed interpretazione.

Il tempo dunque, lo possiamo riaffermare, riveste il ruolo di variabile fondamentale nella percezione musicale in tutte le sue declinazioni.



Fonti

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