Nel Settecento il cioccolatte, che altro non è se non la moderna cioccolata calda, è considerato la bevanda dolce per eccellenza. Da bersi in tazza, caldo e frullato come d’uso all’epoca, è decantato da letterati e musicisti quali Carlo Goldoni e Wolfgang Amadeus Mozart. E annovera tra i suoi massimi estimatori l’illustre maestro bolognese Padre Martini.
Uso del cioccolatte nel XVIII secolo
Prima di parlare di cioccolatte… un paio di cenni storici
Come noto, il seme del cacao è tradizionalmente coltivato in America Latina sin da tempi molto antichi. Sono infatti i Maya i primi a realizzare una bevanda calda a base di cacao chiamata xocoatl, dal sapore piccante e tendente all’amaro.
Essa consiste in una miscela di:
- Cacao
- Fagioli
- Acqua
- Pepe, peperoncino o altre spezie
Anche presso gli Aztechi la bacca di cacao viene largamente usata. Molto apprezzata, la bevanda fredda che se ne ricava viene consumata durante le ricorrenze.
La sua preparazione consiste nei seguenti passaggi:
- Prima si fanno seccare i semi di cacao sul fuoco.
- Questi vengono poi macinati a pietra.
- La polvere così ottenuta si versa in ciotole ricavate dalle zucche.
- Si aggiunge acqua e, spesso, delle spezie.
- Talvolta, per dare alla cioccolata una tinta rossa, la miscela viene colorata con il rocu.
Nel periodo della colonizzazione spagnola i conquistadores imparano a conoscere e gradire i preparati a base di cacao, prendendo l’abitudine di addolcirli con dello zucchero. Così, grazie al suo nuovo e impareggiabile sapore, alla fine del XV secolo il cacao inizia ad essere esportato in Europa.
La diffusione del cioccolatte in Europa
Nel corso del Seicento la cioccolata calda, ovvero il cioccolatte, si diffonde quindi in tutto il Vecchio Continente.
Per una brevissima panoramica, a questo proposito possiamo dire che:
- La ricetta spagnola dell’epoca prevede l’utilizzo di cacao, acqua, zucchero, vaniglia e cannella.
- Nei salotti aristocratici italiani si provano invece diverse combinazioni di sapori, aggiungendo aromi come il gelsomino, il cedro o il limone.
- Agli inglesi si deve l’idea di diluire il cacao con il latte anziché con l’acqua.
- Si usa grattugiare una pasta di cacao solida, che solo nel 1828 viene sostituita dalla polvere di cacao.
La ricetta settecentesca del cioccolatte
Dai gusti speziati e decisi della cioccolata calda secentesca si passa poi, nel Settecento, ad una bevanda più simile a quella che conosciamo oggi. E il suo consumo, considerato salutare e conviviale, si diffonde dai circoli delle corti e dell’alta nobiltà a pressoché tutti gli strati della società.
Possiamo quindi riassumere il processo di preparazione del cioccolatte in due fasi:
Preparazione del cioccolato solido
- Le fave di cacao si devono tostare, sbucciare e macinare finemente.
- Si unisce polvere di cannella, una piccola quantità di vaniglia e abbondante zucchero di canna liquido.
- Il tutto si impasta a lungo e si versa poi in apposite forme per lasciar solidificare la pasta in tavolette, barrette o rotoli.
Preparazione della bevanda
- Si grattugia il cioccolato solido.
- Si versano gradualmente i trucioli dentro una pentola d’acqua bollente o di latte.
- Una volta disciolto il cioccolato, si toglie dal fuoco e si agita la miscela con un frullino di legno.
- Infine si versa il cioccolatte, divenuto spumoso e denso, poco per volta nelle tazze.
Nel leggere tale ricetta non può che tornarci alla mente una scena dell’opera di Mozart Così fan tutte… Quella nella quale la povera Despina è costretta a frullare il cioccolatte senza poterlo però mai assaggiare. Il cioccolatte è infatti spesso presente nella musica e nella letteratura del XVIII secolo, e lo stesso Mozart è solito berne qualche tazza in compagnia.
Il giovane Wolfgang inizia ad apprezzare la dolce bevanda nel suo primo viaggio in Italia, durante il quale conosce un Maestro davvero appassionato di cioccolatte… Lo stimatissimo Padre Martini.
Padre Martini, erudito musicista e grande estimatore del cioccolatte
L’incontro dei Mozart con Padre Martini
Nel 1770 il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart e suo padre Leopold sono dunque a Bologna per incontrare uno dei migliori insegnanti d’Europa, Padre Martini. Questi accoglie benevolmente il giovane e promettente ragazzo mettendolo alla prova con esercizi sulla fuga, come racconta in una lettera lo stesso Leopold:
Ciò che specialmente mi soddisfa è che qui siamo eccezionalmente amati, e che il Wolfgang è qui ancora più ammirato che in tutte le altre città d’Italia, dato che qui è la sede e il domicilio di molti maestri, artisti e gente dotta. Qui egli è anche messo alla prova più severamente, e ciò ingrandisce la sua fama in tutta Italia, perché il padre Martino è l’idolo degli Italiani, e questi parla del Wolfgang con tanta ammirazione e ha fatto con lui ogni prova. Abbiamo visitato due volte il padre Martino, e ogni volta il Wolfgang ha completato una fuga della quale il padre Martino aveva solo scritto con alcune note il ducem ovvero la guida.
leopold mozart – lettera alla moglie Anna Maria, Bologna, 27 marzo 1770.
Onde essere ammesso all’Accademia Filarmonica di Bologna, Wolfgang studia quindi sotto la guida dell’illustre maestro bolognese per prepararsi all’esame di contrappunto. E lo supera con un piccolo aiuto del suo insegnante, che interviene sulla prova scritta per promuovere il brillante ragazzo e favorirne la futura carriera.
Mozart rimane dunque eternamente riconoscente a Padre Martini per i suoi preziosi insegnamenti:
Reverisco devotamente tutti i Signori Filarmonici: mi raccomando sia sempre nelle grazie di lei e non cesso d’affliggermi nel vedermi lontano dalla persona del mondo che maggiormente amo, venero e stimo, e di cui inviolabilmente mi protesto di Vostra Paternità molto Reverenda umilissimo e devotissimo servitore.
Wolfgang Amadeus Mozart – lettera del 1776
Insegnamenti che incarnano la più alta conoscenza in ambito musicale.
La figura di Padre Martini
Frate francescano nato a Bologna nel 1706, Giovanni Battista Martini, o Padre Martini, è infatti annoverato tra i più grandi nomi della storia della musica. Compositore, insegnante e profondo erudito, viene considerato il principale teorico musicale dell’epoca e il più eminente esperto di contrappunto barocco in Europa.
Di lui possiamo ricordare:
- A diciannove anni diviene maestro di cappella nella chiesa di San Francesco a Bologna, incarico che mantiene sino al 1784, anno della sua morte.
- Nel 1758 diventa membro dell’Accademia dell’Istituto delle Scienze di Bologna.
- Nello stesso anno viene ammesso alla prestigiosa Accademia Filarmonica, la più antica istituzione musicale laica di Bologna.
- Intrattiene rapporti epistolari con i più illustri teorici e musicisti dell’epoca.
- Le sue composizioni, ad oggi poco conosciute, sono scritte in contrappunto severo.
- Si dedica a studi storici e teorici.
- Grande appassionato di musica antica, raccoglie nella sua enorme biblioteca circa 17.000 volumi tra manoscritti, libri e trattati.
- Partecipa attivamente ai dibattiti teorico-musicali del suo tempo.
- Diviene un imprescindibile e influente punto di riferimento per i musicisti del XVIII secolo, padre di tutti i maestri.
- È descritto come uomo dolce, affabile e modesto.
- Ha un debole per il cioccolatte.
Una passione sfrenata per il cioccolatte
Ebbene sì… È fatto noto che, accanto al contrappunto e alla storia della musica, il cioccolatte costituisca una delle più grandi passioni di Padre Martini!
Difatti, oltre a berne quotidianamente in grande quantità, il musicista è solito regalare libbre intere di cioccolato solido ai visitatori di riguardo. A testimoniare tale cortese abitudine vi è ad esempio l’episodio che vede come protagonisti i compositori Christoph Willibald Gluck e Carl Ditters von Dittersdorf.
Dopo aver invitato i due colleghi a sorbire il cioccolatte mattutino nella sua biblioteca, Padre Martini dona loro un pacco contenente non poco cioccolato:
Venne il nostro albergatore portando un discreto pacco incartato e sigillato. Ci disse: “Padre Martini invia ad entrambi qualche libbra di cioccolato”. Sull’involto egli stesso aveva scritto con mano tremolante: “12 libre per il mio caro amico, il cavagliere Gluck, e 12 libre per il mio caro figliuolo, il signor Carlo Ditters”.
Carl Ditters von Dittersdorf – Lebenbeschreibung, 1801.
Possiamo infatti dedurre che Martini faccia recapitare ai suoi due amici all’incirca 7,8 kg di pasta di cacao, sufficienti a preparare trecentododici tazze di cioccolatte.
Un’immensa predilezione per la bevanda calda simbolo del Settecento, dunque, quella dimostrata dal Padre di tutti i maestri.
Giovanni Battista Martini – Te Deum in Re maggiore
Fonti
[…] grazie anche a figure storiche legate all’Accademia stessa, tra le quali spicca sicuramente Padre Martini. Frate francescano nato a Bologna nel 1706, Giovanni Battista Martini, o Padre Martini, […]